Interventi post COVID-19. Lettera del Polo Edilizia 4.0 alla Provincia Autonoma di Trento

Interventi post COVID-19. Lettera del Polo Edilizia 4.0 alla Provincia Autonoma di Trento

Riportiamo in seguito il testo della lettera che il Presidente Andrea Basso, a nome dell’Associazione Polo Edilizia 4.0, ha indirizzato alla Provincia Autonoma di Trento, sul tema degli interventi post COVID-19.

Rovereto, 27 aprile 2020

In questo momento di difficoltà e preoccupazione, esprimiamo in premessa profondo rispetto e vicinanza a tutte le persone che sono state direttamente coinvolte dal contagio del virus COVID-19 e ci uniamo ai ringraziamenti alle persone coinvolte nel sistema sanitario, che si è trovato ad affrontare un’emergenza imprevista e di proporzioni devastanti, oltre che a tutti i comparti dei volontari che hanno offerto il loro contributo.
Nella convinzione che “tutto andrà bene” dobbiamo guardare avanti!
L’intero mondo produttivo, le imprese, tutte le attività artigianali e commerciali, nonché i professionisti inevitabilmente risentiranno di un forte contraccolpo, se non addirittura di sospensioni o cessazione delle attività.
Per quanto riguarda il mondo delle costruzioni, basti pensare, a solo titolo di esempio, agli investimenti in ristrutturazione/manutenzioni legati al turismo, che sono stati cautelativamente sospesi o rimandati a data da destinarsi. Ma non solo. La situazione economica post COVID-19 porterà conseguenze economiche pesanti in tutti i reparti produttivi che riusciranno a sopravvivere a questo difficile momento storico.
Proprio per questo, pur nell’emergenza sanitaria in atto, dobbiamo seriamente riflettere sulla prospettiva di uno scenario futuro molto complicato e, con la volontà di tutti, dobbiamo cercare di mitigarla, intraprendendo tutte le azioni necessarie, sia pubbliche che private, volte ad evitare ulteriori sospensioni o lungaggini burocratiche che non siano strettamente necessarie.
Non possiamo pensare che, una volta finita l’emergenza, gli investimenti e gli interventi subiscano ulteriori sospensioni legate ad aspetti burocratici o ad autorizzazioni che devono essere ancora richieste o deliberate. Riteniamo invece che sia necessario sin da subito mettere in campo tutte le azioni che consentiranno di riprendere le attività e gli investimenti non appena possibile.
A tale proposito, alcune proposte che fin da subito potrebbero essere messe in campo, in particolare riferimento al comparto dell’edilizia sono:

Accelerare la valutazione ed approvazione di tutte le pratiche inerenti i titoli abilitativi (quali permessi di costruire, scia, etc.) e, più in generale, tutto ciò che dipenda da atti autorizzativi PAT o Comunali o di Comunità, favorendo commissioni tecniche, commissioni edilizie o urbanistiche ecc tramite lo strumento della videoconferenza o smart working o altri strumenti finalizzati a tale scopo;

Approvare immediatamente i piani regolatori o le varianti agli stessi, dando priorità a quelli che contemplano piani di sviluppo o potenziali investimenti;

Favorire le gare telematiche in corso, volte a consentire l’appalto di tutte le opere in avvio garantendo così la immediata cantierabilità delle opere.
Quelli sopra indicati sono solo alcuni dei principali interventi che devono essere sin da subito messi in campo per promuovere una parziale ripresa e favorire l’inizio della auspicata “fase 2”.

Certi dell’attenzione che vorrete prestare alla presente, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Il Presidente
Andrea Basso


PROGETTO DHOMO: SCIENZA E COMFORT DELL’ABITARE

PROGETTO DHOMO: SCIENZA E COMFORT DELL’ABITARE

“Comfort abitativo” è una definizione che viene spesso utilizzata impropriamente, ad essa però sono legati una serie di parametri fondamentali alla preservazione della nostra salute e al miglioramento del nostro benessere psicofisico: occorre perciò fare chiarezza e definire scientificamente un metodo di “misura” una procedura ripetibile che permetta di progettare e costruire edifici che siano, non solo sostenibili, ma veri e propri garanti di benessere. Nasce con questo obiettivo Dhomo, un progetto di ricerca che vede protagonisti personalità di spicco della ricerca scientifica, della progettazione e dell’edilizia trentina. Promotori e coordinatori dell’importante progetto una famiglia che da anni lavora per sostenere e creare solide collaborazioni con le imprese del territorio: Covi Costruzioni, nello specifico Matteo e Roberto Covi, che fin dall’inizio hanno creduto nell’ambizioso obiettivo tanto da investire in prima persona,
fornendo terreno, esperienza e competenze specifiche alla realizzazion dell’imponent cantiere già in corso d’opera.
Per conoscere dettagli e protagonisti di questa nuova sfida dell’edilizia sostenibile un’affollata platea di operatori e professionisti del settore ha partecipato all’evento organizzato il ventitré gennaio scorso durante la fiera Klimahouse di Bolzano; durante l’evento sono intervenuti Andrea Basso, Pres. Polo Edilizia 4.0, il Prof. Rossano Albatici, docente universitario e responsabile scientifico progetto DHOMO, l’Ing. Stefano Zanon, ricercatore UniTN presso il progetto DHOMO, l’ing. Roberto Covi, ricercatore DHOMO e AD Miniera San Romedio e l’Arch. Mauro Marinelli, ricercatore DHOMO e progettista architettonico.
Nato sullo sfondo di un acceso dibattito che ha ben presto messo al centro il benessere psicofisico ed il comfort di chi gli edifici li abita, Dhomo è il frutto di un intenso tavolo di lavoro che ha visto protagonisti i più importanti enti e associazioni in merito all’edilizia del futuro: Habitec, Lance ma anche il Polo edilizia 4.0.

LA RICERCA

“Quando parliamo di comfort abitativo – afferma Albatici, responsabile scientifico del progetto – è importante prendere coscienza della diversa natura dei parametri da monitorare: da una parte ci sono infatti parametri fisiologici, riconducibili a quattro aree principali che sono l’aspetto igrometrico, visivo, acustico e della qualità dell’aria, dall’altra ci sono parametri legati ad un aspetto qualitativo, come ad esempio la vista verso l’esterno. Mentre i primi possono essere misurati grazie all’utilizzo di sonde che ci permettono di monitorare i livelli d’umidità, la temperatura, i decibel, la presenza o meno di V.O.C, gli altri possono essere valutati e interpretati attraverso l’utilizzo di sondaggi rivolti a chi abita l’edificio con lo scopo di comprendere l’influenza che ad esempio il panorama o la luce naturale stessa hanno sul benessere psicofisico della persona.
Per definire la totalità dei parametri che stanno alla base del nostro comfort abitativo, progetto Dhomo prende in considerazione entrambi gli aspetti. I quattro edifici protagonisti del progetto di ricerca sono stati perciò realizzati con la stessa pianta e la stessa superficie garantendo lo stesso rapporto con il suolo in modo da essere confrontabili tra loro. Sarà quindi possibile comparare tra di loro i due edifici in legno caratterizzati da sistemi impiantistici e meccanici diversi così come i due in laterizio. Allo stesso modo sarà possibile comparare la struttura in legno con impianto domotico con la struttura in laterizio con lo stesso impianto.

Tali comparazioni permetteranno di capire come cambia il comfort per chi abita l’edificio in legno dove è la domotica a gestire temperatura, ricambio d’aria e umidità rispetto a quando, chi abita l’edificio in legno, gestisce in prima persona le stesse funzioni. Le rilevazioni dei vari dati verranno raccolte durante il primo anno in cui gli edifici resteranno disabitati, simulando carichi termici diversi, temperature diverse, etc, e l’anno successivo con l’entrata dei residenti dove il fattore umano sarà la variabile più importante data la capacità di modificare le condizioni dell’abitacolo in base alle singole esigenze.
Per le misure verranno utilizzate due tipi di sonde appositamente sviluppate dal prof. Albatici e dal suo team di ricerca: una per la misura di temperatura e umidità interstiziale che verrà posta tra i materiali che compongono le pareti; l’altra sarà una sonda inserita all’interno di una capsula, parzialmente permeabile all’aria che verrà posizionata laddove ci sono cambi di materiali, come tra isolante e laterizio, e andrà a rilevare i valori di umidità. In un quinto edificio, che non sarà comparato agli altri perché di forma e posizione diversa, e totalmente realizzato in calce, le sonde verranno inserite direttamente all’interno del basamento in calce. Un sistema di rilevazioni a distanza per niente invasivo che permetterà una raccolta dati unica al mondo e che andrà a porre le basi per una nuova edilizia che mette al centro il benessere psicofisico dell’uomo.

IL CANTIERE

Questo straordinario laboratorio a cielo aperto prevede la realizzazione di un vero e proprio borgo alpino, un’area completamente pedonabile e immersa nel verde, dove le macchine non trovano posto in superficie ma rimangono nel sottosuolo liberando spazi comuni di incontro e comunicazione tra edifici e residenti.
Autore del progetto è l’architetto Mauro Marinelli, originario della Val di Non e laureato al Politecnico di Milano dove ha svolto un dottorato di ricerca incentrato proprio sul paesaggio alpino e sulle modalità di costruzione nel suo territorio d’origine. A lui è stata commissionata la realizzazione di quattro edifici di forma e posizione compatibile per consentirne il confronto dei vari parametri. Partendo da un’importante riflessione legata al territorio dove una piacevole area verde posizionata nei pressi del
centro urbano è caratterizzata dalla vicinanza delle Dolomiti del Brenta si è cercato di capire come il principio di disposizione degli edifici avrebbe potuto gestire questa scala di volumi molto diversa: tra l’immensità della montagna e i piccoli dettagli della campagna circostante. Per far fronte a questa prima sfida il progetto parte da una sorta di terrazzamento dal quale emergono i volumi delle case. Viene ricreata l’immagine di comunità, di un nucleo denso dove permane però l’autonomia delle singole abitazioni con ingressi autonomi, pur condividendo spazi collettivi. Gli edifici sono posizionati vicini per liberare lo spazio tutt’attorno. Fondamentale lo studio minuzioso degli spazi aperti.
Qui il concetto di comfort abitativo parte da aspetti qualitativi e sensoriali come il rapporto tra gli spazi e la piacevolezza di un panorama unico. Gli edifici sono caratterizzati da una pianta pulita e ampia con una scala centrale attorno alla quale ruotano tutti gli spazi. I due fronti principali si aprono al paesaggio attraverso ampie vetrate che permettono di mantenere un costante rapporto con l’esterno. Dalla scala centrale si accede al piano superiore che porta alle camere. La scelta dei materiali vede una predominanza di quelli naturali e legati al territorio, dal legno utilizzato per la struttura portante di due dei quattro edifici, alla particolare calce idraulica naturale, un legante esclusivo che rispetta le caratteristiche dell’edilizia antica e naturale realizzata con la materia prima estratta dalle vicine Miniere San Romedio. Accanto ai quattro edifici ne sorgerà poi un quinto, orientato diversamente e perciò non confrontabile con gli altri, dove verranno osservati comportamenti e fenomeni differenti, che andranno a verificare parametri aggiuntivi ma sempre con l’obiettivo di identificare condizioni replicabili nel raggiungimento del comfort abitativo di chi l’abiterà. Lo stesso accadrà per il sesto edificio, anch’esso non confrontabile poiché realizzato con l’utilizzo esclusivo di calce idraulica naturale.
Il progetto di ricerca nasce come una proposta di filiera, con Covi Costruzioni capofila e più di quindici aziende artigiane del territorio unite per realizzare edifici di qualità con nuovi standard di comfort mettendo a disposizione del progetto le proprie competenze fin dalle fasi di progettazione preliminare. Una partnership di valore che ha richiamato anche l’importante investimento stanziato dalla provincia di Trento a sostegno di progetto Dhomo.


Test sul comfort abitativo tra i meleti di Segno

Test sul comfort abitativo tra i meleti di Segno

Il progetto di ricerca. Lo scopo di Dhomo, presentato dall’azienda Covi Costruzioni di Predaia, è studiare la risposta dei vari materiali e tecniche alle condizioni ambientali e all’usura

Una nuova sfida per l’edilizia coniugando scienza ed architettura per il comfort abitativo. Questo è Dhomo, progetto di ricerca sul comfort abitativo della storica azienda Covi Costruzioni srl di Predaia e di altri quindici partner della filiera costruttiva trentina.

Il progetto è stato presentato giovedì scorso alla Miniera San Romedio con intervento di Matteo Covi, direttore tecnico di Dhomo, e di Andrea Basso, già vicepresidente dell’Ance (Associazione trentina dell’edilizia) e presidente del Polo Edilizia 4.0 dedicato all’innovazione ecosostenibile e al sostegno delle attività di ricerca in provincia di Trento con un protocollo che vuole favorire lo sviluppo e il progresso di tutta la filiera trentina delle costruzioni. Ricercatori, progettisti, tecnici ed esperti del mondo dell’edilizia per coniugare scienza e architettura, hanno realizzato un laboratorio a cielo aperto in uno scenario mozzafiato compreso tra i meleti di Segno e le Dolomiti del Brenta. La parte scientifica del progetto è stata coordinata dal dottor Rossano Albatici, docente di Ricerca in Ingegneria a Trento, mentre la parte architettonica dall’architetto Mauro Marinelli del Politecnico di Milano.

Quindici le aziende coinvolte nella fase esecutiva, decine i professionisti che per vocazione si interrogano sui parametri e le condizioni che determinano il benessere abitativo, una famiglia di costruttori (l’impresa Covi, di Predaia) da sempre impegnata nella promozione e nello sviluppo di solide collaborazioni con l’edilizia trentina nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio e del benessere di chi lo abita. Il cantiere, già avviato, prevede la costruzione di quattro edifici realizzati con materiali e tecniche costruttive diverse, due in mattone, due in legno, con identica esposizione solare, identica superficie e identici muri portanti dove verranno monitorati nel tempo parametri quantitativi come l’umidità, la luminosità, la qualità dell’aria e la temperatura e parametri fisiologici e adattativi legati al vivere quotidiano delle persone all’interno delle abitazioni.

Il progetto Dhomo è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e punta, attraverso un esteso sistema di monitoraggio e una modellazione numerica avanzata, a dare una misura e una valutazione al comfort abitativo. E lo fa siglando un accordo di intesa con un’associazione che, nata il 1 ottobre 2019, conta già numeri importanti: 11 enti, 10.000 soggetti tra aziende e professionisti, 10 progetti avviati all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’eccezionale monitoraggio metterà a disposizione del Polo Edilizia 4.0 e dei suoi associati tutti i risultati delle ricerche, dati, best practices, metodologie, percorsi formativi e pratiche legate al comfort abitativo attraverso un tavolo di lavoro che resterà attivo fino al novembre 2021 e che avrà l’obiettivo di redigere delle linee guida sul comfort a vantaggio di tutta la filiera delle costruzioni.


Decolla il “Polo Edilizia 4.0”, costituita l’associazione tra tutti i soggetti del settore

Decolla il “Polo Edilizia 4.0”, costituita l’associazione tra tutti i soggetti del settore

Il 1° ottobre 2019, presso Progetto Manifattura, è stata ufficialmente costituita l’associazione “Polo edilizia 4.0”, con la firma dello statuto da parte di tutti gli undici soggetti fondatori.

Il 1° ottobre 2019, presso Progetto Manifattura di Rovereto, è stata ufficialmente costituita l’associazione “Polo edilizia 4.0”, con la firma dello statuto da parte di tutti gli undici soggetti che nel novembre scorso avevano dato via al progetto con un protocollo di intesa.

Il primo presidente pro tempore dell’associazione “Polo Edilizia 4.0” (che rimarrà in carica fino alla prima seduta del Comitato Direttivo) è il geom. Andrea Basso, Vice Presidente di ANCE Trento. L’associazione avrà sede presso Progetto Manifattura a Borgo Sacco di Rovereto.

Gli enti che hanno costituito l’associazione sono undici e rappresentano insieme oltre diecimila soggetti, di cui il 60% professionisti e il 40% aziende. Essi sono Associazione Artigiani della Provincia di Trento, ANCE Trento, CNR – consiglio Nazionale delle Ricerche, Collegio dei Geometri della Provincia di Trento, Ordine dei Periti Industriali della Provincia di Trento, Confindustria Trento, Cooperazione Trentina, Green Building Council Italia, Ordine degli Architetti della Provincia di Trento, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento, Habitech – Distretto Tecnologico Trentino.

Prende così avvio operativo la nuova realtà che ha l’obiettivo di diventare un centro di innovazione e sviluppo in tutte le fasi del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture urbane. Oltre dieci i progetti pianificati in quasi due anni di lavoro preparatorio, che ora possono decollare operativamente.

Il Polo Edilizia 4.0, è stato detto, rappresenta il “nuovo rinascimento” dell’edilizia. I profondi cambiamenti e l’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio nel settore delle costruzioni hanno imposto di unire tutte le forze in campo anche per elaborare un nuovo linguaggio del costruire. 

“La nascita di un polo per l’innovazione e lo sviluppo è un segnale preciso che va nella direzione della competitività e radicale rinnovamento del settore, un rinascimento”, ha detto ieri nella breve cerimonia di costituzione l’ing. Francesco Cattaneo, direttore generale di Habitech.

Cosa farà la nuova associazione

Lo scopo dell’associazione “Polo edilizia 4.0” è quello di promuovere la ricerca e lo sviluppo di processi innovativi e sostenibili per il settore dell’edilizia, articolato in tutte le fasi di vita degli edifici (concezione, programmazione, realizzazione, decostruzione), favorire l’evoluzione del settore, promuovere dialoghi e scambi scientifici con altre associazioni, istituti, enti a livello regionale, nazionale e internazionale.

A tale scopo l’associazione potrà promuovere lo sviluppo di progetti di ricerca applicata e di innovazione, selezionare aziende innovative quali le startup e promuoverne le attività, patrocinare o organizzare attività di formazione e divulgazione a beneficio degli associati, favorire l’interscambio di competenze e informazioni tra gli associati.
Per raggiungere tali finalità l’associazione potrà instaurare collaborazioni con enti, istituzioni ed amministrazioni pubbliche e private, assumere partecipazioni in società aventi relazione con lo scopo sociale e svolgere attività editoriale.

Il primo consiglio direttivo

Alla firma dell’atto costitutivo erano presenti i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti ed è stato nominato il direttivo in carica fino alla prima assemblea. Come presidente pro tempore è stato designato Andrea Basso, 37 anni di Trento, imprenditore edile e vicepresidente dell’ANCE, l’Associazione Trentina dell’Edilizia.

Questo il primo direttivo costituito dai rappresentanti degli enti fondatori: il presidente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento Marco Segatta (l’Associazione Artigiani ha delegato per il direttivo Aldo Montibeller, presidente della categoria edili), il vicepresidente dell’Associazione Trentina dell’Edilizia (ATE/ANCE) Andrea Basso, il consigliere del Collegio dei Geometri e Geometri laureati Alessio Tovazzi, il presidente dell’Ordine dei Periti Industriali Gabriele Cassietti (l’Ordine dei Periti ha delegato per il direttivo Stefano Tasin, segretario dell’Ordine), il presidente del Distretto Tecnologico Trentino Marco Giglioli, il consigliere di Confindustria di Trento Alfredo Maglione, il vicepresidente vicario della Federazione Trentina della Cooperazione Germano Preghenella (delegato dalla presidente Marina Mattarei), il direttore dell’associazione Green Building Council Italia Marco Caffi (GBC Italia ha delegato per il direttivo Carlotta Cocco, segretario del Chapter Trentino Alto Adige), il vicepresidente dell’Ordine degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori Marco Piccolroaz, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Gianmaria Barbareschi (l’Ordine degli Ingegneri ha delegato per il direttivo Massimo Garbari, vicepresidente vicario). Il consiglio sarà a breve integrato con un rappresentante del Consiglio Nazionale delle Ricerche.


“Polo Edilizia 4.0”, nasce il centro di eccellenza nella ricerca e innovazione

“Polo Edilizia 4.0”, nasce il centro di eccellenza nella ricerca e innovazione

Alla Manifattura di Rovereto stamani la firma del protocollo di intesa che avvia la stretta collaborazione tra gli 11 enti che rappresentano il settore dell’edilizia.
Riparte un settore segnato più di altri dalla crisi. Il nuovo Polo diventerà un centro di eccellenza per innovazione e sviluppo in tutte le fasi del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture urbane. Un nuovo linguaggio del costruire

Rovereto, 20 novembre 2018 – Quella di oggi è – anche – una ripartenza. Quella di un settore come l’edilizia segnato dalla crisi degli ultimi dieci anni, che ha fortemente ridimensionato imprese e addetti.

Alla Manifattura di Rovereto, luogo simbolo di riqualificazione e recupero che guarda al futuro, nascerà un centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione in edilizia. Vi aderiscono undici enti che rappresentano tutti gli operatori del comparto: società di ricerca, progettisti, costruttori, organizzazioni di imprese e ordini professionali.

Sarà un luogo in cui si sviluppano le competenze, si offrono servizi, si fa innovazione per e con le aziende. Stamani la firma del protocollo di intesa che dà ufficialmente il via all’intero progetto.

La crisi e la rinascita

profondi cambiamenti e l’evoluzione tecnologica dell’ultimo decennio nel settore delle costruzioni impongono un deciso cambio di direzione. Serve un nuovo linguaggio del costruire.

La nascita di un polo per l’innovazione e lo sviluppo, denominato “Polo Edilizia 4.0”, è un segnale preciso che va nella direzione della competitività e radicale rinnovamento del settore. Perché senza un forte investimento in innovazione l’edilizia come la si concepisce oggi è destinata a rimanere al palo.

Il valore degli investimenti in costruzioni in Provincia di Trento è sceso del 35,6 % in pochi anni, passando dai 2.594 milioni di euro nel 2004 ai 1.671 del 2015 (fonte Cresme, prezzi costanti 2005).

Un solo esempio è sufficiente a capire il gap attuale tra manifattura e edilizia: la percentuale di tempo improduttivo della manodopera nell’industria è inferiore al 15%, mentre è superiore al 60% nelle costruzioni edili.

Cosa si farà nel nuovo “Polo”

“L’ambito di azione del Polo – ha spiegato l’ing. Francesco Cattaneo, direttore di Habitech e portavoce del Progetto – riguarda tutte le fasi del ciclo di vita degli edifici e delle infrastrutture urbane: progettazione, costruzione, gestione e riuso, con priorità ai temi dell’Edilizia 4.0: comfort, sicurezza, digitalizzazione, efficienza nell’uso delle risorse e con specifico focus sui temi della sostenibilità.

L’infrastruttura, intesa come supporto per le aziende, sarà costituita da reti tecnologiche evolute (di comunicazione, accesso a software specialistico e a database), da servizi di consulenza (economica, finanziaria, legale, amministrativa, …), da servizi di formazione, da servizi logistici (spazi per riunioni, manifestazioni, spazi per il coworking, …)

Vi troveranno spazio i laboratori per l’effettuazione di test, sia per verificare le prestazioni di materiali e sistemi innovativi, sia per accertare la rispondenza ai requisiti di materiali e sistemi maturi, sia per sviluppare nuovi processi e sistemi, in sinergia con università ed istituti di ricerca.

Il centro sarà anche un acceleratore di innovazione e di start-up: un sistema, finanziato tramite capitali privati, per lo sviluppo di start-up del settore, che rappresenta la punta di diamante dell’innovazione”.

Il tavolo di lavoro, nei prossimi mesi, dovrà definire in dettaglio l’ambito di azione del Polo, decidere la forma giuridica più idonea, individuare i costi per la realizzazione delle attività e le modalità di finanziamento, sviluppare ed implementare il modello dell’acceleratore di start-up.

Sarà analizzata la necessità e l’interconnessione di laboratori innovativi, confrontandosi con le strutture e i progetti già attivi, e in particolare col progetto TessLab in corso di realizzazione da parte di Trentino Sviluppo con la Fondazione Bruno Kessler e con l’Università di Trento.

L’inizio dell’attività operativa è previsto a settembre 2019.

L’adesione al progetto vede una rappresentatività unica nel suo genere, con un potenziale di sviluppo elevatissimo.

Stamani hanno firmato il protocollo i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti: Il presidente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento Marco Segatta, il vicepresidente dell’Associazione Trentina dell’Edilizia (Ance) Andrea Basso, il presidente del Collegio dei Geometri Stefano Cova, il presidente del Collegio dei Periti Industriali Lorenzo Bandinelli, il presidente del Comitato Piccola Industria (Confindustria) di Trento Marco Giglioli, il rappresentante del Consiglio Nazionale delle Ricerche Martino Negri, La presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Marina Mattarei, il presidente di Green Building Council Italia Marco Caffi, il presidente di Habitech Distretto Tecnologico Trentino Marco Pedri, la presidente dell’Ordine degli Architetti Susanna Serafini, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Gianmaria Barbareschi.

Ma il Polo sarà aperto anche alle adesioni di altre istituzioni pubbliche e private, perché la via d’uscita dalla crisi dell’edilizia passa dalla collaborazione e condivisione delle competenze.

Link alle interviste a Francesco Cattaneo, Direttore Generale di Habitech, e Marco Pedri, Presidente di Habitech https://goo.gl/UbQNL6